Ho passato a Bordeaux il mio secondo anno universitario. E anche il quarto.
E' una città che non ho vissuto, una città borghese che non ho vissuto. Che poi, di bordolesi doc ne ospita ben pochi, e ci si trovano soprattutto giovani, perché è una città universitaria. Una città che mi ha sempre dato l'idea di essere costantemente "in movimento" e quindi una sensazione di instabilità, legata forse anche alla mia vita vissuta come se fossero due vite: quella italiana e quella francese.
Nel 2003 Bordeaux era una città bruttina, piena zeppa di cantieri. Poi, nel 2005 era diventata bellissima: piazze enormi, spazi curati, il modernissimo tram... Di sabato sera le strade si riempivano di ragazzini ubriachi e nel resto della settimana era possibile osservare camminando il cosiddetto "modello di integrazione alla francese" (!!) : gente originaria di paesi diversi passarsi l'una accanto all'altra, senza incrociarsi mai...
Io non mi sono mai veramente divertita e se è accaduto probabilmente ero troppo stanca per rendermene conto. Ho studiato ininterrottamente per tutto il tempo che ci ho passato e mi dispiace per la gente che mi era accanto e che ha provato a farmi staccare la spina dallo studio senza riuscirci. Non ho mai capito come i miei compagni di SciencePo (la grande école di politica di Bordeaux) trovassero il tempo per avere anche una vita associativa oltre a quella di studenti...Il problema della vita

privata l'avevano poi astutamente risolto decidendo di "accoppiarsi" con un loro simile, sclerato ed impegnato quanto loro...
Anche lo IEP (Institut d'études Politiques) di Bordeaux era cambiato notevolmente dal 2003 al 2005: era stata costruita "la nuova ala", con pareti azzurre e un'oscena stuttura in ferro all'interno che però, bisogna ammettere, nel contesto generale non stava affatto male...
Nel complesso una bella esperienza, una terapia d'urto senza precedenti. E' noto infatti ormai che gli studenti di Scienze Politiche di Torino che hanno partecipato al progetto di Laurea Binazionale To-Bx siano delle macchine da guerra: riescono a svolgere più lavori contemporaneamente, portare a termine una relazione di 10 pag. in un'unica giornata, parlare in pubblico come se fossero su un palco ed essere sempre (più o meno superficialmente) informati su tutto!
Comunque quello è stato il primo vero momento in cui, terrorizzata, ho messo il naso fuori di casa cominciando a vivere da sola (in un paese straniero) un'esperienza solo "mia".
Ed è per questo che comincio così questo blog, intitolato "marina scopre il mondo". Inizia oggi, quando, quasi laureata (tra 3 gg...agh) smetterò di essere una studentessa e partirò, per un viaggio dopo l'altro che durerà qualche anno e finirà se e quando sarò stanca ed appagata. Perché per quanto la voglia di stabilità sia forte (in contrapposizione con la vita che ho intrapreso) una volta che parti non puoi più farne a meno. Perché per quanto tu ti senta scomodo, solo, in un posto nuovo, di cui non conosci nulla tranne ciò che hai letto, la scarica di adrenalina che quella sensazione di disagio ti crea è tale che hai la necessità di riprovarla; ne diventi dipendente. E questo, secondo me, è il lato tremendo della vita che ho scelto. Ma è anche quello che più mi affascina.
2 commenti:
Marina, vai, scopri il mondo ma poi torna, per condividere con noi il mondo che ognuno di noi ha scoperto, quel mondo che dista milioni di km da casa nostra o che è proprio lì, dietro l'angolo della nostra quotidianità, a due passi da noi stessi!
città borghese? ma devi proprio mettere la parola borghese ovunque tu? :)
Posta un commento