domenica 12 settembre 2010

Italia - Torino

Sono rientrata in Italia dopo 2 anni e 3 mesi e ho stentato a credere che fosse davvero come l'ho trovata. Dapprima non ci ho voluto credere e quindi mi sono girata dall'altra parte. Poi mi sono fatta coraggio e l'ho guardata: faceva pena. E ancora di più facevano pena gli Italiani, tutti. Sia quelli che da sempre vivevano solo per se stessi, sia quelli che, ormai stanchi, avevano deciso di non interessarsene più. Tra questi c'ero anche io, che l'avevo proprio abbandonata...

Sono rientrata nel boom degli scandali, sembrava una nuova Tangentopoli (oppure la stessa), ma nessuno questa volta si era preso la briga di fare nulla. La gente non leggeva più i giornali e quindi neppure si indignava. O se si indignava sembrava talmente rassegnata, da non avere nessun impulso a far qualcosa. Tra questi c'ero anche io, purtroppo, che mi giustificavo dicendomi che tanto me ne sarei andata presto.

Sono ritornata in piena crisi economica...ho trovato un contratto occasionale di 20 giorni e ho fatto volontariato, con alle spalle 2 anni di esperienza di lavoro. Nel frattempo scoppiava l'emblematica questione di Pomigliano, che abbiam guardato in TV da spettatori, o fregandocene o spiegandocela come una buona soluzione in questi tempi di crisi...

Poi è scoppiata la crisi politica...Fini dopo anni ha capito che era tempo di dire la sua...e siamo al punto che a molti che si dicevano di sinistra sembra quasi meglio immaginare di dare il consenso ad un uomo di destra piuttosto che alla sinistra.

Nel mio quotidiano ho trovato un'Italia arrogante, di gente che risponde male per le strade, che anche a Torino (nota come città il cui senso civico è il più alto in Italia), quando in macchina, non rispetta più i pedoni. Di gente scazzata e sempre più individualista.

Ho poi notato una cosa interessante: i Torinesi. Essendolo anche io, non avevo mai fatto caso al loro atteggiamento, ma ora che sono straniera in qualsiasi parte del mondo li ho guardati da una prospettiva diversa. Numerose volte, in passato, ero stata sbeffeggiata da italiani non-Torinesi per la mia freddezza e il mio apparente distacco . Rientrata mi sono divertita ad osservare i Torinesi da"esterna": una leggera diffidenza iniziale, un separare il rapporto professionale da quello personale, e una schiettezza che può sembrare durezza. A me sono piaciuti comunque, ma forse perché anche io sono così! :)

Vi lascio con una bella canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=7kB3UnKEy9Q&feature=related

martedì 3 agosto 2010

Sognando (?) California - parte 2

Non sono più in California da un bel po', ma, a ripensarci, mi sembra di aver conosciuto un mondo che difficilmente avrei potuto notare, per occasione e preconcetti.
Per questo sono contenta, perché ho imparato qualcosa di nuovo, anche se a volte mi sono dovuta infilare in pensieri profondi per non mettermi pubblicamente le mani nei capelli, o sospirare durante le cene animate da discorsiche non volevo sentire...

Insomma, sono finita nel mondo del business, di cui non sapevo nulla e di cui nulla volevo sapere.
Ho conosciuto, ad esempio, quelli che grazie all'MBA prenderanno il lavoro a gli scienziati politici che sognano di occuparsi di microfinanza...E guadagneranno davvero tanti soldi.

La cosa peggiore mi son sembrati proprio questi soldi...tanti, troppi. E un distacco totale dalla realtà, anche per chi vuole occuparsi del famoso social business. Immaginavo che esistessero stipendi del genere, e una parte della società che, crisi o non crisi, continua a guadagnare...ma vederlo è un'altra cosa...

Devo però ammettere che la gente mi è sembrata più stabile di quella conosciuta in giro a cooperare e a volte mi è sembrata anche meno ipocrita...(questione di coerenza...).

Farò qui una sintesi dei fatti più significativi a me accaduti in quei tre mesi...

  • Ho visto file di barboni addormentati a fianco dei grattacieli di Los Angeles, mentre buttafuori facevano selezione per una festa privata (ebbene sì, a cui ho partecipato con abito da sera)...
  • Ho mangiato hamburger in ogni fast food presente sulla strada, provandoli tutti, anche quelli considerati più sani e genuini...
  • Ho fatto party in maschera, ascoltato musica scadente che mi è anche piaciuta, comprato preparati al supermercato...
  • Mi sono fatta regalare 4 dollari da uno sconosciuto su un bus perché non avevo resto, e regalarne altri 5 da un a famiglia di immigrati perché non mi funzionava la carta di credito...
  • Ho partecipato ad una manifestazione contro una Chiesa Battista indipendente che paragonava gli ebrei al diavolo (erano 5 persone) osservando i classici cartelloni studenteschi di protesta che si vedono nei film (il tutto si è concluso con canti e balli)...
  • Ho preparato una torta con il fondo di pasta frolla già in formato torta che, da brava italiana, ho provato comunque ad impastare distruggendolo...
  • Ho fatto S. Francisco in bicicletta rischiando la vita nelle salite di China Town...
  • Ho visto gli stand in cui è possibile farsi fare la ricetta per fumare la marijuana legalmente a scopo terapeutico...
  • Ho preso la patente (e quindi ho imparato che: non si deve sparare a caso fuori dai finestrini, non si deve fumare con un minore di 18 anni in auto, non si devono bere alcolici in auto neppure se si è il passeggero, onde evitare di offrire un sorsetto di birra al conducente)!

venerdì 22 gennaio 2010

Sognando California - parte 1



Ormai da un mese sono arrivata a Stanford, ad un'ora da San Francisco. Da subito ho notato alcune fondamentali differenze rispetto a NYC : 1) la gente ti parla meno per strada, 2) ci sono più grassoni, 3) tutti hanno la macchina (qui non c'è la Metro per via dei terremoti).
Ho confermato invece ulteriormente che gli americani hanno ridotto al minimo la complessità delle attività quotidiane (mi riferisco ai pacchi di surgelati con strappo facile e poi chiusura automatica, alla curva disegnata sulla strada utilissima per girare a sinistra e finire nella giusta corsia delle 3 minime presenti, al lavandino che maciulla e si inghiotte l'organico grazie ad un comodissimo pulsante) e che sono simpaticamente fuori di testa : adottano orari africani (7-22) per poter essere più produttivi, durante le conferenze usano il pc per cercare all'istante le informazioni citate dal conferenziere e leggerle mentre con un orecchio ancora lo ascoltano, hanno frutta e verdura che non profumano (oggi ho annusato 5 meloni e alla fine ho rinunciato ridendo).

Ci ho messo un mese ad entrare in questo ritmo, un po' per natura, un po' per il mio recente vissuto nel lento Marocco. Insomma, ero davvero nel pallone all'inizio. Mi sembrava corresse tutto e di non riuscire a starci dietro, ma ora va meglio. Il pc è diventato ancora di più il mio migliore amico, sto imparando a fronteggiare le regole infrangibili della strada (ad esempio sto imparando che col giallo mi devo per forza fermare e che non posso parcheggiare l'auto nei parcheggi della corsia di senso opposto, che però posso girare a destra col rosso e che sono permesse le inversioni a U, chiaramente segnalate dalla frecciona enorme per girare a sinistra), sto cominciando a non poter fare a meno del GPS e ho addirittura un'agenda!

E sì, perché dopo ben un mese sono riuscita a trovare qualcosa da fare. Il campus evidentemente si è risvegliato post-vacanze di Natale e ci sono moltissime conferenze e ho trovato un corso di canto (notare, ci ho messo 3 settimane per trovare una cosa che pago io!).