martedì 18 novembre 2008
Fermenti urbani
domenica 16 novembre 2008
Tutto in quella settimana ( 7 - 14 novembre)
La serata del venerdì era stata un'incredibile perdita di tempo ed energia ma era servita per ricordarsi quanto alla vita piaccia ripetutamente sorprenderci .
Poi, qualche giorno dopo, la pessima notizia.
Il senso di p-r-e-c-a-r-i-e-t-à e di rassegnazione, di fronte al corso di cose che non puoi fermare.
Il peggio è sempre avvertire il dolore degli altri e lasciarlo rimbalzare anche su di te nella speranza che scemi più velocemente...
Una fatica incredibile (accentuata anche dalle visite mediche) ma siamo ancora vivi, come sempre...bha...
A cosa servirà, ancora non l'ho capito...Probabilmente proprio solo a divertircisi...
(d'altronde la vita è un gioco)
:)
mercoledì 5 novembre 2008
lunedì 3 novembre 2008
Vista dall'interno (RDC - Congo)
domenica 2 novembre 2008
giovedì 16 ottobre 2008
Una giornata qualunque in Marocco
Sono salita sul taxi e ho detto "Sala Conferenze ad Hay Riad". Addio, il taxista ha fatto la tipica faccia marocchina del "Nessun problema, non ne ho idea ma abbiamo fede in Allah". Io, che ho ben poca fede in generale, ho cercato di non agitarmi già di prima mattina e gli ho promesso che avremmo chiamato l'autista al cellulare per farci spiegare dove fosse questo posto.
Fatto sta che a Rabat stanno facendo dei lavori per mettere il tram, una specie di trasformazione già vissuta pochi anni fa da Bordeaux (una delle mie varie città) e che per questo un'intera lunga via è bloccata da alcune transenne.
Il taxista ha subito imbroccato la via sbagliata trovandosi davanti alle transenne con la sua Uno blu scassata (bisogna ricordare che in Marocco in ogni città i petit taxi hanno colori diversi). Che fare? Senza neanche voltarsi in cerca di una qualche approvazione della sventurata che si trovava seduta su sedile posteriore, il taxista è sceso dalla Uno, ha spostato le transenne, è risalito in auto e ha tentato di percorrere la strada dissestata e polverosa su cui poggiava la sua macchina. Ovviamente (strano caso) una ruspa piazzata proprio di fronte a noi l'ha costretto a fermarsi e ha percorrere quei 400 metri in retromarcia.
A quel punto, l'Alonso rabattiano di turno, è entrato in crisi: c'erano solo sensi unici e noi eravamo fregati. Così, astutamente, li ha presi tutti in retromarcia, una via dopo l'altra...zac zac zac...ed eccoci finalmente nella strada principale, rischiando ad ogni angolo di essere tamponati come pirla!
Devo ammettere che ho un self control molto sviluppato e una capacità a contenere le emozioni fuori dal comune perché non ho fatto una piega, anzi, ho riposto massima fiducia in quell'uomo e ho fatto del mio meglio per trovare una qualche comicità in tutto questo.
Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere. "Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un "avvertimento del contrario" (Pirandello, l'Umorismo)
[le foto sono quelle del week end al mare con cui si è festeggiata la fine del Ramadan]
venerdì 26 settembre 2008
settembre (tra Marocco e Italia)
Il fiume riposa negli argini aperti di questa distesa
Tu mi dicevi che la verità e la bellezza non fanno rumore
Basta solo lasciarle salire, basta solo lasciarle entrare
E' tempo di imparare a guardare
E' tempo di ripulire il pensiero
E' tempo di dominare il fuoco
E' tempo di ascoltare davvero
L'amore a settembre mi ha fatto sentire ancora leggera
Il giorno sprofonda nei solchi bruciati di questa distesa
Tu lo sapevi che nessuna gioia nasce senza un dolore
Basta solo farlo guarire, basta lasciarlo entrare
E' tempo di imparare a guardare
E' tempo di ripulire il pensiero
E' tempo di dominare il fuoco
E' tempo di ascoltare davvero
E' tempo di imparare a cadere
E' tempo di rinunciare al veleno
E' tempo di dominare il fuoco
E' tempo di ascoltare davvero
L'amore a settembre mi ha fatto sentire ancora leggera.
martedì 23 settembre 2008
mercoledì 17 settembre 2008
martedì 16 settembre 2008
serate divergenti tra un Ramadan e l'altro...
Quella sera Julie ed io dovevamo portare le birre a casa di Karine, l'amica con la quale avrei festeggiato il mio compleanno (in Marocco).
Gli spagnoli, oltre ad aver partecipato ad una cena organizzata da noi portando più cibo del necessario e addirittura cucinandolo a casa nostra, si erano offerti di comprarci le birre durante un loro viaggio a Marrakech (dove, per motivi turistici, il Ramadan è meno sentito) e di accompagnarci in macchina a casa di Karine.
Consegnate le birre, inaspettatamente, ci hanno invitato ad una serata Mojito, contro ogni etica di Ramadan...!
Ftor sur la Terasse
Due giorni dopo Isolde (la mia coinquilina belga) ha invece organizzato un vero ftor marocchino (rottura del digiuno) sulla nostra terrazza: datteri, zuppa harira, dolcetti marocchini, frullato di datteri e banane...
Alle 6.45...tac...si è rotto il digiuno, al canto del muezzin che dalla tour d'Hassan intonava il lamento per l'anniversario della morte del re Mohammed V.
Alla fine dello ftor però...quando tutti se ne sono andati, noi, in terrazza, ci siamo dati alle nostre solite attività occidentali!
sabato 6 settembre 2008
Ciao Loddo!
Ramadan
Il digiuno durante il mese di Ramadan fu istituito progressivamente e fu nel 624 che la Rivelazione prescrisse la pratica collettiva del digiuno per tutto il mese. Pare infatti che il Corano sia stato rivelato durante questo mese, in una data non certa ma che generalmente si dice essere il 27 del mese. Il primo giorno dopo la fine del Ramadan comincia l'Aid al-Fitr che viene celebrato con una grande preghiera collettiva.
Lo ftor (la rottura del digiuno) qui a Rabat avviene intorno alla 19. Ci sono alcuni bar in cui ti vengono serviti i dolcetti marocchini e la zuppa harira, altrimenti, la maggior parte dei marocchini passa questo momento in famiglia. Le strade si svuotano. I negozi sono chiusi. Rimangono per le strade solo i senzatetto e chi non ha famiglia...
Il silenzio dura circa un'ora e poi tutto riprende come prima.
Io e Julie, il 2 settembre, abbiamo deciso di camminare per strada (sfidando la sorte senza saperlo) durante la rottura del digiuno. Non c'era nulla...Poca gente, noi, e la nostra macchina fotografica...
Il ramadan a casa nostra
mercoledì 27 agosto 2008
Paco in Morocco again...
il primo al mare ad Asilah, dove abbiamo affittato a casaccio una casa (tra le ultime rimaste libere in un week end in cui si teneva un festival di musica messicana), con Julie e Karine, la nuova stagista parigina dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati. Abbiamo sbagliato spiaggia, ma è stato comunque piacevole, anche se Julie, piccina, ha avuto i crampi alla pancia per due giorni consecutivi e io non sono riuscita a dormire la notte a causa delle risate (secondo me delle prostitute) che venivano dalla strada
e il secondo sul Toubkal, la montagna più alta del Marocco (4.167 m), che io e Paco abbiamo sportivamente scalato una domenica mattina. Partendo di venerdì abbiamo domito ad Imlil, a 50 km da Marrakech, poi, come matti, abbiamo camminato 5 ore sotto al sole cocente per arrivare ad un rifugio del Club Alpino Francese, dove abbiamo passato la notte.
Alle 5 del mattino seguente, con la nostra torcia e la nostra guida Hassan (che ci aveva già accompagnati al rifugio con la mula che trasportava i nostri bagagli), abbiamo camminato al buio tra i massi per 3 ore e, a tratti al gelo del vento, siamo arrivati a quella dannata cima. Mezz'ora e poi ritorno, per essere all'aereoporto di Casablanca per l'1 di notte. 1 ora e mezza fino al rifugio, 2 e mezza fino ad Imlil.
Mi son pigliata un'insolazione e mi sono fatta due lividi agli alluci scendendo il Toubkal di corsa. La strada dal rifugio ad Imlil me la sono fatta sulla mula (tutta di addominali), perché non avevo più gli alluci...
La casa nuova
Oltre a noi ci sono quasi tutto il giorno gli assistenti di Isolde, i marocchini Mohammed e Fatime-Zahra e poi la cuoca/signora delle pulizie/donna tuttofare Suad (che parla solo marocchino). Insomma, non ci si può lamentare.
giovedì 21 agosto 2008
mercoledì 13 agosto 2008
A confronto...
Molto più esplicita e dura la protesta del Centro Simon Wiesenthal. Che una settimana fa ha scritto a Matsuura in persona — per mano del capo delle relazioni internazionali, Shimon Samuels — sostenendo che le parole di Hosni ‘ricordano il linguaggio e le azioni di un altro ‘ministro della Cultura’, il nazista Josef Göbbels’. E chiedendo la bocciatura di Hosni dalla gara per la guida dell’agenzia Onu. Lui non ha negato. Ma ha detto che quelle parole andavano ‘contestualizzate’. Stava rispondendo agli attacchi di un parlamentare integralista — ha detto — e sostenere che ‘avrebbe bruciato ogni libro israeliano si fosse trovato nelle biblioteche egiziane’ era ‘un’iperbole’. Un modo di dire che sicuramente tali libri non esistono. ‘Un ministro della Cultura non può chiedere di mettere al rogo nessun libro, nemmeno se israeliano’, ha continuato, pur ribadendo che una ‘normalizzazione culturale’ tra i due Paesi sarà possibile solo quando ci sarà una ‘pace giusta e globale’ in Medio Oriente. Tesi appoggiata per altro dalla stragrande maggior parte degli intellettuali egiziani, compresi i (moltissimi) che non amano certo il loro ministro (...)”.
martedì 12 agosto 2008
Super-specchi nel Sahara e il deserto illumina l'Europa
lunedì 11 agosto 2008
The Visitors....
Il primo che è arrivato è Manu. Con lui non si è fatto niente, è stato solo un week end e neanche, però si è beccato il festival di musica. Si è visto Rabat, si è chiacchierato, io mi sono presa la febbre ma prontamente mi sono impasticcata per non rovinarci il week end. Poi lui è ripartito per Madrid e io sono rimasta qui in Marocco. Ho passato più tempo a salutare Manu che a viverci insieme...quasi...
Poi sono venuti i miei simpatici genitori. Ho organizzato il loro viaggio nei minimi dettagli e con loro sono stata a Tangeri e a Marrakech, dove pareva di camminare sotto ad un phon...quasi non si riusciva a fare un passo...penso ci fossero 45°. Il resto del viaggio l'hanno fatto da soli e pare siano stati molto soddisfatti. Dopo un inizio burrascono per via del troppo tempo vissuto senza la quotidianità familiare, tutto è filato liscio. Da veri genitori mi hanno fatto anche la spesa e non c'è stato verso di riuscire ad offrirgli neanche un gelato. Mio padre ha festeggiato il compleanno, ricevendo un paio di ciabatte marocchine.
Dopo è venuto Paco, a farmi un po' di compagnia. Siamo stati a Tangeri e a Ceuta. Ritornerà e lo porterò sia in montagna sugli asinelli che al mare. Si è cuccato la crisi per la casa e mi ha consolata, per quanto ha potuto. Ci siamo ovviamente divertiti un mondo. Gli avevo promesso Volubilis, ma vabbhé...sarà per un'altra volta...(non l'ho ancora vista neanche io...)
E infine sono venute le simpatiche SaraMela e Ales (detta Gervasina) che hanno organizzato il loro viaggio alla cazzo (perché loro sono un po' alla cazzo in generale) ma che alla fine se la sono abbastanza goduta! Io le ho viste qui a Rabat e poi le ho raggiunte a Fes, dove ci siamo avventurate nell'Orrido di Friouato...ci siamo contorte ben bene per passare tra le rocce ma ce l'abbiamo fatta. Purtroppo dopo eravamo tutte e tre malate...
giovedì 31 luglio 2008
European breath...
Il viaggio a Ceuta si compie in genere, come in questo caso (e in quello scorso) per “sbloccarsi” il passaporto, ovvero evitare di doversi pagare il visto dopo 3 mesi di soggiorno in Marocco o di rischiare di rimanervi imprigionati.
Questa volta Ceuta mi è sembrata più bella, ma forse perché ne avevo abbastanza del Marocco. Ci siamo rimasti anche una sera, abbiamo mangiato cinese e siamo stati in spiaggia, dove la gente, in particolare le donne, erano libere di mostrare le loro “parti belle” a tutti.
A volte fa piacere…tornare un po’ in Europa…
lunedì 21 luglio 2008
Fuori di casa...!
Ringrazio Paco per aver avuto la pazienza di sopportare, per l'ennesima volta, uno di quei momenti in cui divento ingestibile.
Riporto ora, in fomato copione, il seguito della vicenda.
Personaggi
P : portiere
Z: Zoir (il proprietario)
A : Alessia (la mia conqui)
M: Marina
Suonano al campanello. Marina si alza dal divano, sapendo già cosa le aspetta, e va a vedere dallo spioncino. E’ il portiere, il più furbo e stronzo fra tutti.
Chiama Alessia che sta prona collassata nel suo letto.
Aprono. Il portiere le avvisa che sotto le aspetta Zohir per le chiavi.
Scendono mettendosi d’accordo su come agire: cominciare secche sbraitando per dargli una lezione e poi magari mollare un po’ per ottenere qualcosa.
(la maggior parte delle battute viene detta sbraitando)
A: Allora…
M: Comunque non ci si comporta così. Si decide da un momento all’altro che deve venire la famiglia e si da un preavviso di 4 gg…Ci va almeno un mese di preavviso.
Nel frattempo il portiere, l’unico che può fare da interprete con arabo e francese si è defilato.
A: Troviamo una soluzione…ci lasci la casa ancora qualche gg…
M: Capisce? Adesso secondo lei io cosa devo fare senza casa??? La prossima mi si libera tra un mese, lei non ha rispettato gli accordi…
A: Troviamo una soluzione, dai Marina
M: bhé, per me la soluzione migliore sarebbe rimanere qui ancora un mese…No, una strigliata gli fa bene, cazzo, deve capire che si è comportato come un bastardo, perché nn se ne sta mica rendendo conto…
Passa il portiere e a gesti dice a Marina di fare meno chiasso…
M (gridando): No no, voglio che tutti sentano quello che ha fatto perché non ci si comporta cosi! Sa a quanti marocchini ho chiesto? Mi han detto che qui si usa dare minimo un mese di preavviso
Alcune ragazze curiose del palazzo danno ragione a Marina e ad Alessia
Il Portiere rigira quello che Marina ha detto e cerca di metterla in cattiva luce nel quartiere
P: Non pensare che tutti i marocchini siano dei ladri, cosa stai dicendo?? Perché lo so che voi occidentali pensate questo…
Ad un certo punto, magicamente, il problema sembra non essere mai esistito…
Z: vabbhé, vi lascio la casa un mese, datemi i 7000 dhs
P: ecco questa è la soluzione, cosi la chiudiamo qui, dategli i soldi
Alessia si accende di colpo
A: Ci fate fesse? Ma che credete? Adesso non esiste più nessuna famiglia??
Il portiere le dice qualcosa minaccioso…
A: lei non mi tratta cosi ha capito? Ma come si permette??
M: Se non c’è nessuna famiglia perché fare tutto questo? Secondo voi mi sono divertita ad impazzire per cercarmi un’altra casa in due gg?
Il portiere figlio di puttana rigira il tutto
P: Se avessi saputo che voi due eravate cosi, ve ne siete approfittate perché nn avete un contratto…avete creato tutti questi problemi…
M: Cosa? Guardi che qui deve essere chiaro che è stato Zohir a creare problemi, non noi!
A: Adesso siamo noi? Qui si cambia idea cosi e adesso siamo noi? E’ lui che se n’è approfittato!
Marina e Alessia propongono almeno 4 soluzioni:
M: quattro opzioni: a) mi lascia la casa fino al 16 agosto ma a soli 3500 dhs perché Alessia non sta più li, b) mi lascia la casa ancora 10gg a 1000 (3000/30X10), c) mi trovate un alloggio per un mese a non più di 3500 dhs, d) ci lasciate la casa fino ad agosto a meno:6000 dhs.
(i costi vanno tutti divisi per 10 per avere un’idea degli euro)
Z: ok, lascio la casa ancora 10 gg ma voglio più di 1000 dhs
Alessia e Marina si stanno proprio incazzando. Interviene Peppins, un altro stagista italiano che era li con loro da un po’ e fa notare che 1000 dhs sono il risultato di un calcolo matematico.
P: Ok, ha detto che va bene, ma…il 26, Marina, devi lasciare le chiavi.
Poi il portiere si gira verso Peppins e gli prende la mano
P: Con tutto il rispetto che ho per le ragazze, voglio la tua parola di uomo. (e girandosi verso Marina) Va bene?
M: No, non va molto bene perché la mano poteva stringerla a me anche se sono donna, comunque il 26 avrà le chiavi.
Pezzi di merda. Cosi la storia si conclude che resto fino al 26 in casa mia, poi mi sposto a casa di una collega che è in vacanza fino al 30 e poi una settimana nel salotto dell’altra collega. E verso il 10 agosto entro nella mia nuova casa.
giovedì 26 giugno 2008
i bambini migranti
Ieri sono quindi andata al cinema e ho visto un film messicano molto carino, Pieces détachées (titolo francese) che trattava il tema dell'emigrazione, in particolare minorile.
Ho pensato di tradurre un articolo (di Mohamed Akisra), uscito sul giornale marocchino Le Matin e di metterlo nel blog. Parla dei bambini migranti e si riferisce ad un'intervista fatta in Marocco. L'articolo era in origine più lungo, ma io ho preso solamente alcune parti che ritenevo maggiormente interessanti.
Migranti a 10 anni
La maggior parte dei minori intervistati hanno tra i 13 e i 16 anni. I più giovani (10 anni) sono originari di Tangeri, ma l’età media è di 15-16 anni. La maggioranza aveva già lasciato la scuola e lavorava in atelier o in fattoria. Il 15% degli intervistati sono bambine. Si vestono come maschi e sono esposte allo stesso tipo di aggressioni fisiche e sessuali. La più giovane ha 12 anni e la più grande 17. La presenza di giovani ragazze nel porto è indice della crescente “femminizzazione” del fenomeno della migrazione infantile, già menzionata in diversi studi. La maggior parte dei bambini intervistati sono andati a scuola (solo l’8% non è mai stato scolarizzato) La maggioranza ha lasciato la scuola al 6° anno di scuola, ma già prima della rottura definitiva cominciava ad assentarsi oppure il suo rendimento scolastico era minore. Le cause principali di abbandono dichiarate dai minori, sono il cattivo trattamento, la mancanza di motivazione, la scarsità di risorse economiche, le prime esperienze di lavoro e la migrazione.
----------------------------------------------
Contributo finanziario delle famiglie
Secondo l’inchiesta la maggior parte delle famiglie dei bambini candidati alla migrazione sono famiglie numerose, in cui vi sono in media 5 figli. Il 40% dei minori sottolineano l’assenza di uno dei genitori per decesso, divorzio, abbandono della famiglia (questo solitamente da parte del padre). Queste situazioni provocano un disequilibrio emotivo e una condizione di precarietà economica, soprattutto se il genitore assente era il capo famiglia. Il 50% delle famiglie vive con un reddito mensile medio di 1500 dh (circa 150 euro). Il 30% si trova in situazione economica precaria e non può quindi soddisfare i bisogni sociali di base. La maggior parte delle famiglie ignora il progetto migratorio dei figli.
Le famiglie che vivono fuori da Tangeri non sanno dove si trovano i figli e pochissime sono informate della situazione drammatica che vivono e i problemi a cui sono esposti sulla strada.
Le famiglie che appoggiano il progetto migratorio dei figli sono circa il 30% Il 70% disapprova, ma « non può fare nulla per tenere i bimbi a casa ». alcune famiglie contribuiscono finanziariamente per sostenere
i minori durante il tempo di attesa nel porto di Tangeri.
Almeno il 90% dei minori mantiene i contatti con la propria famiglia, anche se solo per telefono. Quando sulla strada le condizioni di vita diventano difficili, o che il periodo di festa si avvicina, i minori tornano a casa.
----------------------------
Ribellione
Lo studio dell’emigrazione dei minori mette in luce come questi condividano un « immaginario collettivo » riferito all’emigrazione. Migrando i minori capovolgono un ordine sociale e sfuggono al controllo della società. E’ una forma di « ribellione » contro la loro « invisibilità ». e’ come se gridassero in silenzio « vado a vivere la mia vita, ciò che voi mi offrite non mi interessa ». La migrazione si trasforma perciò in un mezzo di potere che fa passare il minore da una situazione di dipendenza a quella di « decisore ».
Ricordiamo che il Marocco conta più di 3 milioni di emigrati che, con i loro transfert di denaro, costruiscono una politica micro-sociale del paese. Le rimesse degli MRE (migranti residenti all’estero) rappresentano le entrate principali per il paese. La migrazione diventa perciò una forma di promozione sociale in cui i minori acquistano un ruolo. Colui che emigra perciò “trionfa”
martedì 17 giugno 2008
concerto Jazz
A Rabat questo week end c'è stato il festival Jazz e io ho sentito degli olandesi e dei polacchi...
(eh magra consolazione.... sarebbe forse meglio avere una vita più appagante pur dovendo in tal caso rinunciare all'opportunità di descrivere quanto la vita sia stronza, come dici tu... eh, non lo so, sono i grandi dilemmi della vita. io personalmente, propendo per una via di mezzo, una vita abbastanza appagante, ma mai del tutto, in modo da lasciare sempre qualche angolino di emozione struggente. in fondo, cara, lo sai anche tu, sono momenti bellissimi questi, in cui ti fermi e ti guardi da fuori, e ti fai un po' pena, un po' tenerezza, un po' tristezza, ma in fondo ti senti, beh, senti di esistere!)
Poi mi sono ammalata...febbre...ma mi sono imbottita di medicinali come sono solita fare. Comunque sono felice che a Rabat ci sia qualcosa. Tra l'altro, non si capisce come mai, ma da un giorno all'altro si è cominciato a schiattare dal caldo.
venerdì 13 giugno 2008
Islam e verginità: la chirurgia “soccorre” le donne musulmane
giovedì 12 giugno 2008
Lione
Lione è molto bella, molto francese, nobile. Assomiglia in molte cose a Torino. Ad esempio ci sono i torelli verdi, però più bassi. Poi c’è una piazza che ha le fontane per terra come Piazza Castello e i palazzi sono tutti ben rifiniti come quelli torinesi.
C’erano sparsi per la città i leoni lavorati dai vari artisti, quelli che c’erano anche a Torino qualche mese fa insieme ai tori. A Lione questo week end c’erano leoni e, al posto dei tori torinesi, gli orsi canadesi, in occasione di non ricordo più quale evento artistico.
Ci sono tantissimi ristoranti orientali, tra cinesi, giapponesi, coreani, indiani…abbiamo anche preso della frittura al wok niente male che ci siamo mangiati sul letto in albergo: era divina. Poi abbiam mangiato francese (questa famosa quenelle lionese che sinceramente non so descrivere né ho capito cosa sia, ma mi ricordava un qualche pezzo di pane del gulasch mangiato in Polonia).
Sono stata bene: per due giorni mi sono rilassata e ho finalmente riso e avuto voglia di parlare di nuovo.
Passare così, velocemente dall’Europa è stato destabilizzante e poi è stato strano perché invece di tornare a Torino sono andata a Lione, in Francia, territorio neutro secondo i miei calcoli. Però sono svelta svelta entrata in un supermercato e ho comprato dei quadrettini di pancetta (gnam gnam carne di porco) per portarli a Rabat e farci una bella pasta coi ciccioli. Ora si è deciso infatti che chi va in Europa porta qualcosa per la Family, idea di Alessia.