12/08/2008 (AGI)
Harry Potter e Pinocchio non sono piu' graditi in Israele, almeno nella loro traduzione in arabo proveniente dalla Siria o dal Libano. Lo ha deciso il ministero dell'industria e del commercio che ha imposto all'editore arabo-israeliano Salah Abassi di non importare piu' libri per ragazzi in lingua araba provenienti da paesi nemici storici di Israele. Il divieto riguarda quindi le traduzioni di libri come Pinocchio ed Harry Potter, ma anche di classici della letteratura araba. "Mi hanno detto che l'importazione di questi libri e' illegale", ha aggiunto Abassi che finora si procurava i testi attraverso la Giordania. Il divieto si basa su un vecchio decreto del 1939, periodo in cui l'area si trovava sotto il controllo inglese. Il problema e' che la maggioranza di questi libri sono disponibili solo in Libano e Siria. "Se queste opere fossero stampate anche in Giordania o in Egitto, paesi amici di Israele, me li sarei procurati li'. Adesso il risultato e' che gli arabi d'Israele non potranno piu' godere del meglio della letteratura".13/08/2008 (il VELINO)
“Un personaggio a dir poco controverso, Faruq Hosni. E non certo nuovo a gaffe, polemiche, critiche. Ma questa volta il longevo e potente ministro della Cultura del Cairo (in carica da 21 anni, quasi quanto il raìs-faraone Hosni Mubarak) ha davvero esagerato. ‘Libri israeliani nelle biblioteche egiziane? — ha dichiarato il 10 maggio — Se li trovassi li brucerei io stesso’. Frasi pronunciate in Parlamento, luogo che più pubblico non poteva essere. Frasi, ovviamente, non passate inosservate. E pensare che il ministro-pittore - osserva IL CORRIERE DELLA SERA - è (era?) in corsa per la prestigiosa poltrona di direttore generale dell’Unesco. A fine 2009, quando Koichiro Matsuura lascerà i vertici dell’agenzia Onu per la cultura e le scienze, molti Paesi arabi e non (si è parlato anche di Italia, Francia e Spagna) sarebbero (stati?) favorevoli a sostenerne la candidatura. Quella frase del ministro — ex protégé di Atef Sedki (premier dal 1986 al 1996, morto tre anni fa), oggi molto vicino (si dice) alla First Lady Suzanne Mubarak, protagonista di frequenti battaglie con i Fratelli Musulmani, con i riformisti, perfino con membri del partito di governo, con quasi tutti in sostanza — ha però suscitato una vera bufera. L’ambasciatore israeliano al Cairo, Shalom Cohen, ha presentato protesta ufficiale al ministero degli Esteri egiziano. ‘Emanare un tale odio è inaccettabile, porta alla memoria le pagine più buie della recente Storia’, ha continuato l’ambasciatore, aggiungendo di ‘non aver una posizione particolare sulla candidatura di Hosni all’Unesco’.
Molto più esplicita e dura la protesta del Centro Simon Wiesenthal. Che una settimana fa ha scritto a Matsuura in persona — per mano del capo delle relazioni internazionali, Shimon Samuels — sostenendo che le parole di Hosni ‘ricordano il linguaggio e le azioni di un altro ‘ministro della Cultura’, il nazista Josef Göbbels’. E chiedendo la bocciatura di Hosni dalla gara per la guida dell’agenzia Onu. Lui non ha negato. Ma ha detto che quelle parole andavano ‘contestualizzate’. Stava rispondendo agli attacchi di un parlamentare integralista — ha detto — e sostenere che ‘avrebbe bruciato ogni libro israeliano si fosse trovato nelle biblioteche egiziane’ era ‘un’iperbole’. Un modo di dire che sicuramente tali libri non esistono. ‘Un ministro della Cultura non può chiedere di mettere al rogo nessun libro, nemmeno se israeliano’, ha continuato, pur ribadendo che una ‘normalizzazione culturale’ tra i due Paesi sarà possibile solo quando ci sarà una ‘pace giusta e globale’ in Medio Oriente. Tesi appoggiata per altro dalla stragrande maggior parte degli intellettuali egiziani, compresi i (moltissimi) che non amano certo il loro ministro (...)”.
Molto più esplicita e dura la protesta del Centro Simon Wiesenthal. Che una settimana fa ha scritto a Matsuura in persona — per mano del capo delle relazioni internazionali, Shimon Samuels — sostenendo che le parole di Hosni ‘ricordano il linguaggio e le azioni di un altro ‘ministro della Cultura’, il nazista Josef Göbbels’. E chiedendo la bocciatura di Hosni dalla gara per la guida dell’agenzia Onu. Lui non ha negato. Ma ha detto che quelle parole andavano ‘contestualizzate’. Stava rispondendo agli attacchi di un parlamentare integralista — ha detto — e sostenere che ‘avrebbe bruciato ogni libro israeliano si fosse trovato nelle biblioteche egiziane’ era ‘un’iperbole’. Un modo di dire che sicuramente tali libri non esistono. ‘Un ministro della Cultura non può chiedere di mettere al rogo nessun libro, nemmeno se israeliano’, ha continuato, pur ribadendo che una ‘normalizzazione culturale’ tra i due Paesi sarà possibile solo quando ci sarà una ‘pace giusta e globale’ in Medio Oriente. Tesi appoggiata per altro dalla stragrande maggior parte degli intellettuali egiziani, compresi i (moltissimi) che non amano certo il loro ministro (...)”.
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