domenica 27 aprile 2008

Costa Atlantica

Bhè, io sono in Italia, al momento.
Però continuo a scrivere il blog perché ero parecchio in ritardo nel farlo. Anzi, sono in ritardo.

Comunque...quel week end siamo andati a Essaouira e poi a Safi e ad Al Jadida...
Abbiamo anche visto le caprette che salgono sugli alberi di arganat, quelli dell'argan, con cui si fa di tutto, dai prodotti cosmetici all'olio alimentare, marmellate, mieli...

Colore ricorrente? Il blu...naturalmente, ovunque andassimo. Abbiamo mangiato pesce per due giorni, quasi fino a stare male. Solo Alessandro continuava ad avere fame: prima voleva ancora pesce, al posto del dessert avrebbe gradito una fetta di pizza e poi si è mangiato del cioccolatoso mentre visitavamo una cooperativa di donne che lavorano le noci di argan. Lì non abbiam comprato nulla, perché costava tutto carissimo. Ci è spiaciuto per le donne, ma non avevamo abbastanza soldi...

Io mi sono anche divertita a ricordare i tempi andati in cui riuscivo ancora a piroettare nell'aria...tanto tanto tempo fa...

mercoledì 9 aprile 2008

Le vacanze di Pasqua

Per godermi meglio le vacanze che qui non fanno, mi sono presa qualche giorno di ferie e sono andata a farmi il giro del Marocco. Avevo studiato il viaggio nei minimi dettagli, sclerando nel calcolare km e tempi. Ho affittato una macchina (Dacia nera senza aria condizionata: un caldo pazzesco) e via! Siamo partiti da Rabat alle 18 di sera, ovvero al termine della lunga giornata di lavoro e siamo arrivati a Marrakech verso le 23, in modo tale da vedere la piazza "pulsare". Dopo esserci bevuti un succo d'arancia ai baracchini della piazza, a mezzanotte circa, siamo collassati nel letto. Buonanotte.
Al mattino siamo andati a visitare le cascate di Ouzoud. C'era il sole. Era fantastico. Ci siamo inventati un percorso alternativo a quello turistico perdendoci tra i laghetti e il fogliame e, infine, siamo riapprodati sul percorso turistico. Dal momento che avevano chiuso l'unico ponte siamo stati costretti ad attraversare le acque seduti su una barchetta ornata di fiorelloni di plastica con tanto di barcaiolo munito di remi!

Poi siamo ripartiti per riposare in una cittadina appena all'inizio della Valle del Dades, che avremmo oltrepassato il giorno dopo. Io sono arrivata all'albergo con un febbrone da cavallo e pensavo di morire, mi sono lanciata sul lettino mentre il cervello mi andava in pappa e il proprietario dell'hotel mi portava un the gratis per pietà. Cosa non si fa per vedere il mondo...


Il giorno dopo ci siamo svegliati alle 6 e abbiamo scoperto che fino alle 7.30 la Reception non avrebbe aperto e che quindi non potevamo andarcene come previsto. Il tipo è pero arrivato alle 8 passate, percio fino alle 8.30 non siamo partiti (furboni...). Abbiamo attraversato in macchina la stupenda Valle del Dades e arrivati dall'altro lato abbiamo fatto un giro anche tra le Gole del Dades, dove le rocce sembravano quelle dei cartoni animati...!


Collassati come al solito ad un'ora indecente (tipo 21 o 21.30) ci siamo risvegliati e diretti verso le Gole del Todra. Pioveva più o meno forte, ma abbiamo comunque visitato le gole e fatto una passeggiatina tra le rocce, incontrando una tenda berbera con due donne che ci hanno offerto il the che abbiam deciso di degustare fregandocene delle condizioni igieniche del luogo. Poi abbiamo incontrato Allessandro ed Elsa che facevano il giro opposto al nostro. Abbiamo mangiato insieme e ci siamo nuovamente salutati per proseguire il viaggio, loro verso la valle del Dades e noi verso l'erg di Merzouga.

Avevamo calcolato di arrivare nel deserto per l'ora di cena. Col buio però non siamo stati in grado di distinguere la strada verso l'hotel. Sfiga ha voluto che piovesse anche e che noi non avessimo il 4x4. Ad un certo punto andavamo avanti a caso, sperando di non rimanere bloccati nella terra dura. Siamo finiti in un altro albero e sono gentilmente venuti a ripescarci.
L'hotel era chiaramente turistico e c'era l'invasione degli spagnoli per le vacanze di Pasqua, ovviamente tutti con lo stesso timbro di voce aggressivo (a causa della lingua), anche le donne (non sopporto lo spagnolo al femminile...).
Il giorno dopo l'abbiamo passato a fare i cretini tra le dune, correndo e rotolando. Al mattino a piedi, al pomeriggio in cammello. Poi abbiamo dormito nel deserto, godendo della compagnia di un giovane berbero che non era mai stato in una città in vita sua. Abbiamo visto il tramonto (e il mattino dopo l'alba). Arrampicandomi sulla duna per vedere il sole calare ho pensato di morire prima di arrivare in cima, ma alla fine ce l'ho fatta e lo spettacolo è stato bellissimo.

Ripartiti verso Fes ero contenta di ritornare nel chiasso cittadino. La natura è bellissima, le montagne splendide, ma avevo bisogno di colori e voci. Tante voci e tanti colori. E così siamo andati a Fes, prima di ritornarcene a Rabat, per ricominciare a lavorare.



lunedì 7 aprile 2008

MOYEN ATLAS (Medio Atlante)

Dopo la full immersion nelle città marocchine è stata la volta dei viaggi nella natura
Poco da dire.
Ma da osservare...


FES

Ultimo week end nelle città imperiali. La Bibi si è ammalata ma non era sola: al suo fianco il pivello Michele con cui lamentarsi, un santo. E naturalmente me e Alessia, la romana nostra ospite, che davamo un tocco di salute alla compagnia. Alessandro questa volta era rimasto a casetta a fare da guida ai suoi genitori, in gita in Marocco per una settimana.

Fes è veramente troppo bella. E’ verde, è grande, è Marocco, è solare, è colorata! A volte è anche puzzolente se vai a vederti le concerie, dove spalmano la pelle con la calce e poi la mescolano con gli escrementi dei piccioni (quelli che poi usano per cucinare la pastilla, piatto tipico di qui per me un po’ nauseante) e poi la colorano. La guida ci ha fornito della menta da metterci sotto al naso per non sentire l’odore, che però io non ho preso perché gli odori naturali mi piacciono abbastanza.

Abbiamo fatto moltissimi acquisti, tra cui tre splendidi scialli dai colori sgargianti che poi abbiamo prontamente indossato per fare le foto da dive.
Abbiamo anche visitato il quartiere ebraico (mellah), dove oggi vivono i marocchini (ci sono 180 famiglie ebree a Fes). Ci ha guidati un vecchio sdentato ubriacone che poi voleva farci fotografare le tombe e farsi comprare le sigarette…e non ce lo levavamo più di torno…
Il giorno dopo siamo saliti sulla collina e abbiamo guardato Fes dall’alto: una meraviglia. Da questo lato però si sentiva la povertà della campagna.


Un berbero ci ha seguiti per un buon quarto d’ora tentando di venderci uno splendido tappeto fatto a mano dalla moglie (che però non sapevamo proprio dove mettere) passando dalla somma di 200 dh alla metà. Io mi son sentita male.
Un bambino mi ha chiesto una penna e quando gli ho dato l’unica che avevo, una bic rosicchiata e senza tappo, l’ha stretta forte nel pugnetto e si è allontanato felice. Lì ho sentito l’Africa.