sabato 2 febbraio 2013

Due ore da Recruiter

Sono di nuovo a San Francisco e collaboro come volontaria presso un'organizzazione no profit. Seppur non pagata sto però facendo un'ottima carriera. Credo che tutti al giorno d'oggi (chi per problemi di visto chi per questioni di crisi) debbano imparare ad apprezzare anche semplici gioie di questo tipo : farsi un curriculum ammirevole senza mettere da parte un quattrino! In attesa di tempi migliori...

Ed è così che da esperta in Ricerca&Valutazione di progetti di sviluppo, giovedì scorso sono finita ad un evento di reclutamento organizzato a San Francisco per studenti di master della Facoltà di Politica Pubblica di Berkely.

Appuntamento con la Direttrice Esecutiva (CEO) dell'associazione alle 18 ad un evento che, francamente, pensavo fosse un incontro informativo per studenti sull'operato della nostra organizzazione. 

Ore 17.30  la CEO mi dice che è malata. Anche se non fosse vero, come biasimarla: venire a San Francisco dalla cittadina di Oakland a mezz'ora di distanza in un'ora di punta e rischiare di rimanere imbottigliati in autostrada sotto al Bay Bridge è una motivazione più che valida per dare buca ad un appuntamento all'ultimo secondo. Ed è per questo che, dopo una penosa giornata passata a tentare di risolvere cavilli burocratici senza risultato, neppure me la prendo e, anzi, mi faccio forza grazie alla convinzione che peggio di così non possa andare e comincio a ripassare mentalmente le infomazioni sull'associazione archiviate nel cervello.

Arrivo quindi all'evento pronta a presentare l'organizzazione ad alcuni giovani studenti. Immaginandomi dietro ad una cattedra affiancata dalle altre associazioni, oppure dietro ad un microfono per un tempo ridicolo di cinque minuti (le associazioni presenti sono tantissime), mi presento con un paio di jeans e collanone fancy lungo-plasticoso acquistato in Marocco. Sono, in sostanza, una vera San Franciscan (o fricchettona, vedete voi) e mi sento molto figa. Mi è anche passato per l'anticamera del cervello di mettermi una giacca più elegante, nera, ma di quelle un po' storte che piacciono a me, per dare al tutto quel tono sull'elegante-hippy che sfocia nel radical-chic e sentirmi a mio agio nel panorama del no-profit della Silicon Valley. E menomale!!! Perché quando arrivo una massa di studenti elegantissimi (anche della mia età e più vecchi) mi si para davanti in un'ordinata fila per depositare i cappotti all'interno del maestoso Palazzo costruito in memoria dei veterani di guerra nel 1932 e dove, nel 1945 è stata firmata la Carta delle Nazioni Unite !!!

Capisco al volo che la faccenda è un po' diversa da come l'avevo immaginata. Ovunque ci sono graziosi vassoi di pietanze salate e dolci e un tavolo con ottimi vini di ogni tipo. Vado decisa al tavolo delle organizzazioni e prendo il mio badge (il distintivo) con il mio nome e quello dell'associazione che rappresento. Poi mi guardo intorno con aria interrogativa. Non sto capendo niente. Non ho mai visto una cosa del genere in vita mia e non so che cosa devo fare! Gli studenti vagano per la stanza chiaccherando tra loro o con i rappresentanti di altre organizzazioni, ognuno ha il suo badge e su quello degli studenti ci sono dei pallini colorati. Sui tavolini ci sono dei bigliettini con gli stessi pallini colorati...eih, è una legenda!! Scopro che ogni colore corrisponde ad un settore (il giallo a Sviluppo e Cooperazione Internazionale, il mio!) e che devo pescare gli studenti col pallino giallo e cercare di capire se il loro interesse nell'internazionale combacia con le attività promosse dalla mia associazione. 

Inizia il gioco.
Un po' pesco io, un po' mi riconoscono loro (riconoscono il nome dell'associazione) e quindi io comincio a raccontarne l'operato. Ma presto mi accorgo che lo conoscono già e che sono seriamente in assetto da reclutamento: conoscono le posizioni aperte per stagisti e vogliono aggiudicarsele! Ci tengono quindi a farmi vedere quanto credono nei nostri valori, missione e quanto sono bravi. Inizio a fare domande più specifiche (a caso). Una ragazza è interessatissima alla posizione che ho creato io come analista/statista che mi aiuti ad analizzare milioni di dati. Inizio a fare domande più tecniche e continuo così con tutti (pochissimi perché qui nella costa Occidentale degli Stati Uniti non c'è molta gente interessata alla Cooperazione Internazionale, stanno tutti a Boston, Washington e NY).

Alla fine raccolgo un po' di carte da visita degli studenti, qualche sguardo stupito per il mio abbigliamento, ovviamente un bicchiere di vino bianco e qualche vivanda...e due ore passano in men che non si dica. 
Risultato (elemento caro in questa parte del globo di cui quindi tengo a mostrare l'esistenza per provare che non sono una LOOOSER): trovata potenziale analista/statista con ottimo curriculum che sa anche lo swahili! 

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